Prestiti per pensionati: una guida per chi ha pensione minima

Facciamo un po di chiarezza, una volta per tutte, sui prestiti dedicati ai pensionati che godono, si fa per dire, della pensione minima. Si tratta di persone che non hanno grande liquidità e per cui l’accesso al credito potrebbe essere molto importante.

È possibile richiedere un prestito con una pensione inferiore alla minima?

No, non è possibile. Secondo la legge italiana non è possibile richiedere un prestito personale, cambializzato o un qualsiasi altro tipo di finanziamento con una pensione al di sotto della pensione minima.

Inoltre non è neanche possibile richiedere prestiti se tolta la rata mensile non rimane un valore pari o superiore alla pensione minima. Che significa? Prendiamo un pensionato che percepisce 700€ al mese e richiede un prestito di 10.000€, rimborsabili in 60 mesi con una rata mensile di 220€.

In questo caso avremmo :

• 700€-220€ = 480€

• Pensione minima = 501,89€

Per questo pensionato non sarebbe mai possibile richiedere un prestito del genere perché la pensione rimanente sarebbe inferiore a quella minima. Quindi in questo caso la rata massima del prestito dovrebbe essere non superiore a : 700€ – 501,89€ = 198,11€. Questa è la rata massima accettata dalla legge italiana per un prestito nel caso del nostro pensionato.

Esistono soluzioni alternative per i pensionati sotto la minima?

Non esistono prestiti o finanziamenti per i pensionati che ricevono la minima o poco più ma soltanto soluzioni alternative, come ad esempio i prestiti vitalizi, cioè prestiti ipotecari sulla casa di proprietà.

Per poter richiedere un prestito vitalizio è necessario avere più di 60 anni d’età ed essere proprietari di un immobile. Con i prestiti vitalizi il pensionato può ottenere della liquidità perdendo di fatto la proprietà della propria casa, della quale però non potrà essere in nessun caso espropriato prima della sua morte naturale.

In questo caso gli istituti che offrono questo genere di prestiti effettuano una valutazione dell’immobile e della vostra situazione, compresa un’analisi del vostro stato di salute.

Solitamente le offerte di liquidità sono pari al 10% del valore dell’immobile per i sessantenni, al 20% per i settantenni, 40% per gli ottantenni e così via, ma si tratta di stime soggettive ed ogni istituto effettua le sue valutazioni personali.

La documentazione necessaria per richiedere un prestito vitalizio sono il proprio documento d’identità, il codice fiscale, l’autocertificazione dello stato di famiglia, l’atto di perizia e l’atto notarile dell’immobile. In caso di erogazione della somma il pensionato non potrà in nessun modo vendere l’immobile, affittarlo o richiedere ulteriori finanziamenti o ipoteche.

Al momento della sua morte naturale l’immobile passa di fatto alla banca. Gli eredi del pensionato hanno tempo 12 mesi per ripagare il debito più gli interessi maturati, altrimenti la banca procederà con la vendita all’asta ed al risarcimento agli eredi della parte eccedente il prestito, tolti anche gli interessi ed i costi di vendita dell’immobile.

Conclusioni

I prestiti vitalizi sono sempre stati molto contestati soprattutto dopo le modifiche inserire dal Governo nel 2016, che di fatto hanno portato gli interessi su questo tipo di prestito alle stelle.

Purtroppo però a volte rimangono l’unica alternativa per i pensionati in difficoltà economiche, che non riescono ad ottenere aiuto dai parenti o prestiti dalle banche e dalle finanziarie.

Le leggi che salvaguardano i pensionati contro l’eccessivo indebitamento proteggendo la pensione minima da una parte aiutano, ma dall’altra creano grosse difficoltà alle migliaia di persone che percepiscono pensioni molto basse.